di Claudia Crocco [Ripubblichiamo questo articolo uscito su Internazionale il 25/01/2015] Nell’ultimo anno sono stati pubblicati vari libri che aspirano a diventare classici della poesia italiana. Fra questi, ci sono quelli di tre poeti del secondo Novecento, le cui opere sono state ripubblicate integralmente: Tutte le poesie di Franco Fortini, a cura di Luca Lenzini (Mondadori, 22…
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La lirica, il silenzio, la nausea del verso. Conversazione con Stefano Dal Bianco
di Claudia Crocco Stefano Dal Bianco è nato a Padova nel 1961, dove ha fondato e diretto la rivista di poesia “Scarto minimo” dal 1986 al 1989, insieme a Mario Benedetti e Fernando Marchiori. È stato redattore della rivista”Poesia” (Milano, Crocetti) dal 1992 al 1994. Da alcuni anni è ricercatore presso il Dipartimento di…
“essere per qualche istante io, noi, solitudine”: un ricordo di Vittorio Sereni attraverso cinque poeti contemporanei
di Claudia Crocco Non vorrai dirmi che tu sei tu o che io sono io. Siamo passati come passano gli anni. Altro di noi non c’è qui che lo specimen anzi l’imago perpetuantesi a vuoto – e acque ci contemplano e vetrate, ci pensano al futuro: capofitti nel poi, postille sempre più fioche, multipli vaghi…
Per Vittorio Sereni
Vittorio Sereni moriva a Milano trent’anni fa, il 10 febbraio 1983. La settimana che 404 dedica al suo ricordo si concluderà a Siena, dove segnaliamo due eventi: sabato mattina (Biblioteca di Lettere e Filosofia, ore 11:00) sarà inaugurata “un filo di fedeltà”, esposizione di materiali sereniani dai fondi Fortini e Parronchi a cura del Centro Studi…
«Se tu leggessi la “Gazzetta”». Appunti su poesia e sport in Vittorio Sereni
di Michel Cattaneo 1. Non sorprenda, in un’amichevole corrispondenza tra poeti, Sereni e Alessandro Parronchi, sfogliando la quale davvero «non si ha mai l’impressione che si discuta di “letteratura” ma sempre e soltanto […] di questioni di cuore1», incontrare, affianco ai nomi, poniamo, di Eliot o Rilke, quelli di Giuseppe Meazza, attaccante prima ed allenatore…
Lettura di “Pantomima terrestre”
di Damiano Frasca [Questa lettura di Pantomima terrestre è tratta da D. Frasca, Posture dell’io. Luzi, Sereni, Giudici, Caproni, Rosselli, in corso di stampa] Nel 1963, dopo aver letto alcune delle poesie che sarebbero poi confluite in Nel magma, Sereni scrive a Luzi: «Pensa a come eravamo ‘diversi’, pur se affettivamente vicini, nel ’40, ancora…
Intervista di Alessandro Fo a Vittorio Sereni (parte seconda)
a cura di Camilla Panichi [La prima parte dell’intervista si può leggere qui] Come vede la sua esperienza poetica: può accennare brevemente alle sue direttive di poetica? Quale opera ritiene sia fra le sue la più significativa? Anche qui, vede, lei in fondo mi chiede la mia idea della poesia. Bene: non ne ho. O…
Intervista di Alessandro Fo a Vittorio Sereni (parte prima)
a cura di Camilla Panichi [L’intervista è stata pubblicata nella miscellanea Studi per Riccardo Ribuoli. Scritti di filologia, musicologia, storia, a cura di Franco Piperno, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1986, pp. 55-75. Ringraziamo Alessandro Fo e la casa editrice Storia e Letteratura per aver reso possibile la pubblicazione integrale del testo e la…
“Gli strumenti umani” di Vittorio Sereni. Percezione e ‘poesia degli oggetti’
di Maria Borio Una prima e diversa versione di questo saggio è stata pubblicata su «Atelier», giugno 2009 1. In un commento alla pittura di Morlotti, Sereni fa alcune riflessioni che possono essere lette come una chiave interpretativa del rapporto tra l’io e l’oggetto nella sua poesia. Anche Anceschi, commentando un intervento critico di Sereni…
Per Vittorio Sereni, 1913-2013
Vittorio Sereni, nato a Luino nel 1913 e morto a Milano nel 1983, è stato uno dei maggiori lirici italiani del Novecento. Le sue raccolte poetiche principali sono: Frontiera (Milano, Corrente, 1941); Diario d’Algeria (Firenze, Vallecchi, 1947); Gli strumenti umani (Torino, Einaudi, 1965); Stella variabile (Milano, Garzanti, 1981). Le sue prose, fra le quali si ricordano soprattutto Gli immediati dintorni (Milano,…
La libertà dopo Planaval: una lettura di “Prove di Libertà” di Stefano Dal Bianco
di Simone Burratti Allora, vorrei che ci si concentrasse su quei sassi. Non perché siano importanti di per sé, e non perché siano un simbolo di qualcosa, ma proprio perché sono una cosa come un’altra: sassi. Hanno però delle qualità: sono visibili e toccabili, sono tanti e sono separati. Noi dobbiamo stare con i sassi….